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L'Istituto di fisica Infn in Cina per il futuro osservatorio di neutrini

La collaborazione Juno sta procedendo a pieno regime alla costruzione del rivelatore, e il gruppo dell'Infn ha di recente portato a termine la prima fase dell’installazione dei due grandi impianti di purificazione dello scintillatore, realizzati in collaborazione con la ditta italiana Polaris.


09/06/2022 13:00

di Mauro Romano - Class Editori

Infn

Costruire un gigantesco esperimento sotterraneo per la rivelazione dei neutrini nel sud della Cina: è questo l’obiettivo della collaborazione Juno - Jiangmen Underground Neutrino Observatory, a cui l’Istituto nazionale di fisica nucleare fornisce essenziali contributi tecnologici e scientifici da oltre nove anni.

In particolare, i ricercatori italiani hanno progettato, realizzato e, di recente, installato due grandi impianti per la purificazione ottica e radioattiva dello scintillatore dell’esperimento, ovvero delle 20mila tonnellate di liquido che costituiranno il cuore di Juno e che permetteranno la rivelazione dei neutrini.

La collaborazione Juno sta procedendo a pieno regime alla costruzione del rivelatore, e il gruppo dell'Infn ha di recente portato a termine la prima fase dell’installazione dei due grandi impianti di purificazione dello scintillatore, realizzati in collaborazione con la ditta italiana Polaris.

I due apparati, spediti nella seconda metà del 2020, sono stati installati solo di recente a causa delle restrizioni legate alla pandemia, attraverso difficili operazioni di montaggio durate oltre cinque settimane.

“Era assolutamente necessario portare a termine questa parte della nostra attività per non bloccare altre installazioni sotterranee connesse con i nostri impianti,” raccontano Paolo Lombardi e Michele Montuschi, ricercatori delle Sezioni INFN di Milano e Ferrara, che hanno guidato i complessi lavori di montaggio, e aggiungono: “Il successo delle operazioni è stato possibile grazie alla precisione del lavoro preparatorio durante il quale, prima di recarci in Cina, avevamo pianificato tutti gli aspetti delle installazioni da eseguire”.

“Grazie al completamento con successo della prima tappa dell’installazione degli impianti, le nostre attività preparatorie per la purificazione dello scintillatore restano perfettamente in linea con la scaletta temporale con cui procede la costruzione di Juno, nonostante i ritardi legati alla pandemia”, aggiungono Fabio Mantovani, responsabile del gruppo Juno di Ferrara, e Gioacchino Ranucci, responsabile del gruppo di Milano, del gruppo nazionale e viceresponsabile internazionale di Juno.

L’esperimento JUNO misurerà gli antineutrini artificiali provenienti da un complesso di reattori nucleari situati a 53 km di distanza per studiare la cosiddetta “oscillazione dei neutrini”, quel fenomeno per cui queste elusive particelle, presenti in natura in tre diverse tipologie, mutano da un tipo in un altro. Nello specifico, JUNO indagherà la loro gerarchia di massa, cioè l’ordine in cui sono disposte le masse dei tre tipi di neutrino. L’esperimento osserverà, inoltre, una pluralità di neutrini di origine naturale, che comprendono i neutrini solari, atmosferici, terrestri, da supernova, generando un’approfondita e articolata linea di indagine nel campo della fisica astroparticellare. (riproduzione riservata)


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