Le esportazioni della Cina a ottobre sono diminuite per la prima volta da quasi due anni. Le spedizioni verso l'estero in dollari sono diminuite dell'1,1% anno su anno, la prima contrazione dal marzo del 2024, quando le esportazioni erano crollate del 7,5%. Il calo delle esportazioni è stato inaspettato, poiché gli economisti avevano previsto una crescita del 3% e si confronta con la crescita, sui massimi da sei mesi, dell'8,3% registrata a settembre.
Atteso, invece, il calo delle esportazioni verso gli Stati Uniti crollate del 25%, il settimo mese consecutivo di cali a doppia cifra. Le importazioni sono diminuite di quasi il 23%. Nei primi dieci mesi di quest'anno, le spedizioni cinesi verso gli Stati Uniti, che resta comunque il primo partner commerciale di pechino, sono diminuite del 17,8%, mentre le merci in entrata sono calate del 12,6%, riducendo l'avanzo commerciale del 20% rispetto a un anno fa, a 233 miliardi di dollari.
Nonostante il calo delle merci destinate agli Stati Uniti, le esportazioni complessive della Cina sono aumentate del 5,3% da inizio anno. Le esportazioni verso l'Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (Asean), l'Unione Europea e l'Africa sono aumentate rispettivamente del 14,3%, del 7,5% e del 26,1% nei primi dieci mesi del 2025. La Cina ha accumulato un surplus commerciale di oltre 964,8 miliardi di dollari da inizio anno, il 23% in più rispetto allo stesso periodo del 2024.
Sul fronte della importazioni in Cina, il dato di ottobre registra un aumento dell'1%, inferiore alle stime degli analisti che avevano previsto una crescita del 3,2%. Evidentemente il prolungato rallentamento del mercato immobiliare e le deboli condizioni del mercato del lavoro hanno continuato a pesare sulla domanda dei consumatori. A settembre le importazioni erano aumentate del 7,4%.
«Sembra che l'anticipo delle spedizioni per via dei dazi sia finalmente svanito in ottobre», ha commentato Zhiwei Zhang, presidente e capo economista di Pinpoint Asset Management, il quale si aspetta che le esportazioni cinesi si normalizzino poiché le restrizioni commerciali sono state sospese per un anno.
Gli esportatori cinesi e gli acquirenti americani hanno, infatti, tirato un sospiro di sollievo la scorsa settimana dopo che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il suo omologo cinese, Xi Jinping, hanno raggiunto un accordo durante il loro incontro in Corea del Sud, attenuando una situazione che minacciava di far precipitare le relazioni bilaterali in una guerra commerciale a tutto campo.
I due paesi hanno concordato di eliminare una serie di misure punitive, tra cui dazi elevati, controlli alle esportazioni di minerali critici e tecnologia avanzata, mentre Pechino si è impegnata ad acquistare più soia statunitense e a collaborare con Washington per contrastare i flussi di fentanyl. A seguito della tregua commerciale, l'aliquota tariffaria effettiva degli Stati Uniti sulle esportazioni cinesi è scesa al 31%, secondo le stime di Macquarie. (riproduzione riservata)