MENU
Politica

Grazie alla rotta artica la Cina si avvicina all'Europa di 10 giorni

Secondo gli esperti, potrebbe innescarsi una rivoluzione nel trasporto marittimo con i porti del Mediterraneo tra le possibili vittime perché il grosso dei carichi dalla Cina, in particolare, si fermerebbe negli scali del nord Europa. Il vantaggio fondamentale della nuova rotta è un tempo di viaggio quasi dimezzato


19/09/2025 15:59

di Nicola Capuzzo - Class Editori

settimanale
La rotta artica dovrebbe far risparmiare 10 giorni di viaggio rispetto alla rotta sud

Domani, 20 settembre, una nave cargo salperà dal porto cinese di Qingdao con destinazione Europa navigando la rotta artica. Si tratta di un servizio Cina-Europa chiamato China-Europe Arctic Express e operato dalla compagnia cinese Haijie Shipping con la nave Istanbul Bridge da quasi 5.000 teu che ha già percorso questa rotta da ovest verso est. La rotazione dovrebbe interessare i porti di Ningbo-Zhoushan, Qingdao, Shanghai in Asia e Felixstowe, Rotterdam, Amburgo e Gdansk in Europa.

Il centro di formazione marittima Lloyd's Maritime Institute ha commentato la notizia sottolineando la differenza di transit time (18 giorni contro i 28 giorni via Suez), la possibilità di evitare l'area insicura del Mar Rosso e la potenzialità futura di solcare la rotta artica grazie alla via navigabile creata dalle navi rompighiacci.

«Una rivoluzione. Una di quelle che non fanno morti, né troppo rumore. Ma che sicuramente faranno vittime», ha commenato Roberta Cippà, vertice della società di spedizioni svizzera Cippà Trasporti con sede a Lugano. «Nonostante sia stata sperimentata più volte negli ultimi mesi, ora, per la prima volta, ospiterà un trasporto regolare. È una rivoluzione copernicana, determinata da tre fattori: con lo scioglimento dei ghiacci dovuti al riscaldamento globale, la rotta artica è più facilmente percorribile; il viaggio è più corto (18 giorni contro 28); il rischio di imbattersi in pirati o terroristi Houti è pari a zero».

Cippà si spinge anche a ipotizzare alcune possibili conseguenze: «I porti di Amburgo e Anversa diventeranno ancor più centrali nello scacchiere logistico eurasiatico, così come i porti scandinavi. I porti del Mediterraneo, al contrario, diventeranno residuali». Una novità, insomma, ma anche nuovi interrogativi: «Sulla sostenibilità a medio-lungo termine (in inverno serviranno rompighiaccio); sulla capacità dei porti del Nord Europa di assorbire e distribuire ancor più merci; sulla riconversione dei porti del Mediterraneo, chiamati a fare davvero sistema per non spegnersi progressivamente».

Ma quali sono oggi i reali rischi e le opportunità di questa nuova via navigabile attraverso i mari dell'estremo nord? Una prima risposta la si può trovare nei numeri pubblicati dal Centre for High North Logistics, una fondazione pubblico-privata norvegese che monitora la condizione delle acque e i transiti mercantili nella regione artica analizzando i tracciati Ais delle navi. Questo centro ha rilevato finora quest'anno, da giugno a fine agosto, un totale di 52 viaggi, di cui 17 completati, 10 in fase di completamento, 12 attualmente in corso nell'area North Sea Route e 13 viaggi iniziati di recente.

In termini di direzione, le navi protagoniste di questi viaggi sono distribuite in modo abbastanza uniforme: 28 navi sono dirette verso est e 24 verso ovest. Per ciò che riguarda la tipologia è stato registrato il passaggio di 13 navi cisterna, 10 navi portarinfuse, 10 viaggi di navi portacontainer, nove viaggi di navi da carico generale, 2 viaggi di navi cisterna per il trasporto di Gnl, due viaggi di navi da ricerca, 5 pescherecci e un viaggio di una nave da carico refrigerata.

Secondo le stime del Centre for High North Logistics 25 navi hanno navigato in zavorra, mentre 27 trasportavano merci. Il volume totale stimato del carico in questa fase potrebbe ammontare a circa 1,3 milioni di tonnellate da giugno a fine agosto. I porti di destinazione sono sempre stati scali russi nel Mar Baltico o nel Mare di Barents.

Sulla base di queste rilevazioni, il Centre for High North Logistics conclude che il principale flusso di merci in transito nel 2025, come nel 2024, sarà diretto verso est, dalla Russia alla Cina. Il carico più trasportato è rappresentato dal petrolio greggio (il 54% del totale in termini di tonnellaggio), seguito dalle rinfuse secche (21%) e dalle altre tipologie come merci varie, Gnl e prodotti raffinati (14%).

Il trasporto di container finora ha pesato solo per l'11% circa anche se quest'anno si è osservato un aumento del traffico di carichi unitizzati sulla North Sea Route. Le spedizioni dirette a ovest rappresentano solo il 3% circa del volume totale stimato delle merci.

I prossimi mesi (settembre, ottobre e, per alcune tipologie navali anche novembre) rappresentano il periodo attivo dei transiti nei mari artici. Finora nessuna compagnia di navigazione occidentale ha sperimentato la rotta artica, fatta eccezione per Maersk che nel 2018 aveva esplorato con la nave Venta Maersk da 3.500 Teu la navigazione da nord fra i porti di Valdivostok e San Pietroburgo. Questo test è rimasto un episodio isolato per il vettore danese. (riproduzione riservata)


Chiudi finestra
Accedi