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Politica

Interscambio Italia-Cina, boom delle importazioni (+24%) in giugno

Nei primi quattro mesi dell'anno le esportazioni hanno ceduto del 20% e le importazioni del 5%. Dimezzato l'export di autoveicoli e del 20% quello di macchinari. Boom delle importazioni di prodotti tessili triplicate nel periodo rispetto al 2019. Il saldo della bilancia commerciale rimane pesantemente negativo per l'Italia


24/07/2020 13:09

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

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Nei primi quattro mesi di quest'anno l'interscambio dell'Italia con la Cina ha risentito meno del prevedibile, ma hanno sofferto più le esportazioni delle importazioni, anche se, a conti fatti, il trend del saldo della bilancia commerciale, sfavorevole storicamente all'Italia, ha rallentato la crescita, rispetto a un anno fa. Però i dati di giugno, rilevati oggi dall'Istat, indicano un rallentamento del trend negativo delle esportazioni e un aumento eccezionale dell'import tra i due paesi.

Secondo il database dell'Ice, tra gennaio e aprile scorsi le esportazioni italiane in Cina sono diminuite del 20% da 4,1 a 3,2 miliardi di euro, mentre le importazioni sono scese solo del 5% da 10,3 miliardi a 9,7 miliardi. Nel mese di giugno, ha rilevato l'Istat, l'export verso la Cina ha registrato una diminuzione tendenziale del 3% mentre le importazioni hanno fatto un balzo in avanti del 24%, ma l'agenzia non ha specificato per quale motivo.

Per quanto riguarda i singoli settori, la botta maggiore sulle esportazioni l'hanno presa gli autoveicoli che hanno più che dimezzato da 237 milioni a 107, nei quattro mesi, mentre le macchine industriali che rappresentano, con 1,2 miliardi, la parte più consistente dell'export, hanno perso il 16%. Male anche gli articoli di pelle e cuoio, categoria nella quale sono registrate le esportazioni della pelletteria italiana di lusso e non, scesi da 197 a 112 milioni, e più contenuta la perdita per il settore mobili, scesa da 144 milioni di export nel 2019 (gennaio-aprile) a 106 milioni quest'anno.

Sul fronte import, si è registrato il boom di prodotti tessili con numeri triplicati da 243 milioni nel 2019 a 712 milioni quest'anno e un leggero aumento da 612 a 614 milioni per le apparecchiature di telecomunicazioni. Per quanto riagurda le importazioni di abbigliamento, il dato è stato stabile a 561 milioni contro i 571 dello stesso periodo del 2019.

Il saldo della bilancia commerciale è stato quindi negativo per l'Italia per circa 6,5 miliardi contro 6,2 nel 2019, 319 milioni in più. L'anno scorso l'aumento del saldo negativo era stato del doppio, 636 milioni.

L'Istat ha comunicato anche i dati di giugno di interscambio con i paesi extra Ue27 che hanno registrato un marcato aumento congiunturale per entrambi i flussi, piu' ampio per le importazioni (+20,0%) meno per le esportazioni (+14,9%). Il forte incremento su base mensile dell'export e' dovuto soprattutto agli aumenti delle vendite di beni di consumo durevoli (+43,3%), beni strumentali (+24,9%) e beni intermedi (+11,1%). Per quanto riguarda l'import, l'incremento e' determinato principalmente da energia (+41,5%), beni strumentali (+32,1%) e beni di consumo non durevoli (+16,6%). Elevato l'aumento per beni di consumo durevoli (+59,2%), che, tuttavia, spiega solo per 1,5 punti percentuali il rialzo congiunturale dell'import.

L'export segna una flessione su base annua ancora marcata (-15,6%) ma in decisa e progressiva attenuazione (-31,5% a maggio; -44,0% ad aprile).
La contrazione, generalizzata, e' piu' ampia per energia (-53,5%), beni di consumo durevoli (-24,6%) e beni di consumo non durevoli (-17,1%).
Rispetto alle esportazioni, le importazioni registrano una flessione tendenziale (-17,0%), lievemente piu' accentuata, con forti cali per quasi tutti i raggruppamenti, i maggiori per energia (-52,4%) e beni di consumo durevoli (-22,9%). Aumentano su base annua gli acquisti di beni di consumo non durevoli (+9,9%).

La stima del saldo commerciale a giugno 2020 e' pari a +4,436 mld (era +4,994 mld a giugno 2019). 


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