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Politica

Shenzhen e Greater Bay Area ora più convenienti di Shanghai

Puntando sugli aiuti alla tecnologia e la convenienza fiscale, le città del sud della Cina puntano a diventare un polo di attrazione per gli investimenti esteri, scalzando il ruolo avuto finora dalla città più internazionale della Cina, Shanghai. Che dovrà fare tutto il necessario non solo per mantenere il proprio status di polo di investimento globale


10/11/2020 12:22

di Carlo Diego D'Andrea*

settimanale
Il light show a Shenzhen per celebrare i 40 anni della zona economica speciale

Quando il pil cinese torna a crescere del 4,9% nel terzo trimestre del 2020, è facile cadere nella retorica del «ritorno alla normalità» della seconda economia al mondo, sopratutto quando il resto dei Paesi combatte una seconda ondata di Coronavirus. A Shanghai, dove le aziende straniere contribuiscono per un quarto al pil, per un terzo alla tassazione e per un quinto all’occupazione, la recessione innescata dalla pandemia non è stata affatto superata facilmente.

Le aziende europee hanno ricoperto un ruolo fondamentale nello sviluppo della città più internazionale della Cina, ma la pandemia ha minacciato tale posizione di spicco. Già prima del Covid-19, i membri della Camera di commercio europea a Shanghai riportavano difficoltà imprenditoriali non trascurabili, alimentando un marcato deterioramento della fiducia nel mercato cinese. Shanghai può comunque puntare a determinate misure per riacquistare la fiducia degli investitori europei, tra cui l’abbattimento delle numerose barriere normative che hanno impedito a società straniere di accedere pienamente al mercato cinese.

Benché il presidente Xi abbia scelto Shenzhen come città pilota per testare le riforme economiche nazionali, dandole l’autonomia di portare a termine numerosi programmi volti a facilitare l’apertura del mercato, Shanghai dovrà fare tutto il necessario non solo per mantenere il proprio status di polo di investimento globale, ma anche per raggiungere un livello di apertura economica pari alla stessa Shenzhen. Secondo il Business confidence survey 2020 (Bcs 2020) della Camera Europea, il 70% degli intervistati ritiene che Shanghai sia una destinazione più attraente per la creazione di centri di ricerca e sviluppo rispetto ad altre città in Cina. Shanghai non deve però dormire sugli allori, ma piuttosto colmare i propri limiti, specialmente quando Shenzhen vira verso l’innovazione d’eccellenza. Per esempio, le agevolazioni fiscali per le imprese ad alta e nuova tecnologia (Hnte) rimangono fuori dalla portata di molte imprese straniere la cui proprietà intellettuale è registrata all’estero.

Sebbene la protezione della proprietà intellettuale a Shanghai sia migliorata notevolmente, il rischio di violazione della stessa continua a essere la ragione principale per cui un quarto dei membri intervistati non è disposto a portare la propria core technology in Cina. A questo proposito, estendere gli sgravi fiscali a imprese europee con proprietà intellettuale registrata all’estero consentirebbe sia l’introduzione nel paese di innovazioni tecnologiche sia la tutela dei brevetti di tali aziende.

Il presidente Xi ha sottolineato l’importanza dello sviluppo del capitale umano nel contesto delle riforme di Shenzhen, ponendo enfasi sul rendere il mercato del lavoro più flessibile. Shanghai deve la sua internazionalizzazione in gran parte all’afflusso di talenti stranieri, ma risente del regime fiscale centrale, il quale ha sancito la rimozione dei benefici esenti dall’imposta sul reddito individuale.

Tale cambiamento fiscale comporta un innalzamento dei costi per l’istruzione nelle scuole internazionali che la netta maggioranza dei membri definisce esorbitante; i datori di lavoro che generalmente coprivano tale costo, saranno ora riluttanti ad assumersi l’onere aggiuntivo del possibile 45% di tasse in più a partire da gennaio 2022.

Elevate aspettative salariali costituiscono il maggiore ostacolo per l’assunzione di talenti stranieri a Shanghai e il costo aggiuntivo causato dalla riforma fiscale diminuirà molto probabilmente gli incarichi ricoperti da dipendenti stranieri di alto livello. Contare meno talenti internazionali sarà un enorme passo indietro per Shanghai e la sua competitività, specialmente quando la Greater Bay Area compensa tale cambiamento nelle detrazioni fiscali offrendo notevoli sussidi per i talenti di alto calibro. Sebbene la riforma normativa sia necessaria, per aumentare gli investimenti esteri occorre che essa venga integrata da una legislazione robusta e trasparente. (riproduzione riservata)

*vicepresidente nazionale e presidente della sezione di Shanghai della Camera di commercio Ue in Cina


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